Tempi duri per i romantici by Tommaso Fusari

Tempi duri per i romantici by Tommaso Fusari

autore:Tommaso Fusari [Fusari, Tommaso]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788852080265
Google: 9KapDgAAQBAJ
editore: Edizioni Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


14

Alice infilò la chiave nella toppa e la girò tre volte, sollevando leggermente la porta che grattò sul pavimento.

L’appartamento di Alice era, sostanzialmente, un monolocale diviso da una parete di legno che separava la camera da letto dal resto. La cucina era piastrellata con mattonelle verde chiaro, mentre il pavimento era bianco. In mezzo c’era un tavolo rettangolare grigio scuro, con sopra un bicchiere, una bottiglia d’acqua, una tovaglietta di stoffa cosparsa di briciole e un libro senza copertina. In fondo alla cucina c’era una porta socchiusa. Si intravedeva il lavandino e la doccia. La parete di legno aveva tre buchi quadrati, dentro i quali era stata messa una piantina grassa, un vassoietto con delle monetine di bronzo e una mini-collezione di pupazzetti, di quelli che si trovano dentro gli ovetti Kinder. Attraverso i buchi si intravedeva la camera da letto.

Alice posò la borsa sul piano cottura, si tolse il giubbotto e lo appese all’attaccapanni. Poi si diresse verso il bagno. La sentii aprire un’anta e cominciare a trafficare.

«Questi buchi li ha fatti il tuo capo a suon di pugni?» le chiesi.

«No, è una collezione di crateri lasciati dalle teste di quelli che mi fanno le improvvisate al lavoro» mi rispose dal bagno.

«Manca la mia.»

«Tu dammi tempo.»

Tornò in cucina con una bottiglietta di acqua ossigenata, del cotone e dei cerotti. Si chinò verso di me ed esaminò il taglio. L’espressione aggrottata, un paio di lentiggini sul labbro inferiore, la catenina il cui ciondolo era infilato dentro la maglietta nascondendosi da tutto. Guardai le sue gambe sottili intrappolate nei jeans neri. Una ciocca di capelli le finì davanti al viso, se la rimise dietro l’orecchio. Mi appoggiai allo schienale della sedia e tirai leggermente indietro la testa. Cominciò a pulire la pelle intorno al taglio, poi bagnò un nuovo pezzo di ovatta e lo posò direttamente sulla ferita. Un male cane.

«Ahia!»

«Sta’ fermo!»

«È tipo la morte!»

«Sì, ma sta’ fermo.»

«È tipo la carbonara con la panna.»

«È tipo un nuovo buco sulla parete!» mi disse secca, interrompendosi per un secondo e fissandomi. Mi zittii e chiusi gli occhi. Rimasero solo le smorfie di dolore. Dopo avermi disinfettato, prese un cerotto e me lo mise sul sopracciglio.

«Ecco qua.»

«Grazie.»

Alice entrò in bagno e cominciò a lavarsi i denti. La mano poggiata sul lavandino, il piede sinistro che grattava il polpaccio destro, il sedere alto. Mi voltai verso la parete e sbirciai attraverso uno dei tre buchi. Un piccolo scrittoio messo davanti la finestra, una sedia di legno, dei vestiti poggiati sulla spalliera. Il letto matrimoniale con le lenzuola blu scuro, un’anta dell’armadio aperta.

«Dov’è che alloggi?» mi chiese uscendo dal bagno. Le dissi il nome della pensione.

«Ma è una bettola» disse.

«Non ho saputo trovare di meglio. Ho prenotato poche ore prima di partire.»

«È per questo che i viaggi di solito si organizzano prima.»

«È stata una decisione presa all’improvviso.»

Mi passò accanto ed entrò in camera. La sentii aprire l’armadio e rovistare tra i vestiti e le grucce. Sbirciai attraverso il buco. Lei in piedi davanti all’armadio. Si era cambiata i jeans e ora indossava una tuta grigio scuro.



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